mercoledì 29 febbraio 2012

Uno spettacolo spettacolare




“IL Moulin Rouge: un locale notturno, una sala da ballo e un bordello…regno dei piaceri notturni, in cui ricchi e potenti venivano a divertirsi con giovani e belle creature di malaffare”.
È qui, in una Parigi in piena rivoluzione bohemienne, che il giovane Christian (Ewan McGregor), scrittore londinese, vive la sua intensa e tragica storia d’ amore con Satine (Nicole Kidman), il “diamante splendente” del Moulin Rouge, il locale più trasgressivo e vitale di Parigi.
Tramite coincidenze e scambi di persona i due protagonisti si incontrano e s’innamorano, ma la loro storia è ostacolata dal Duca di Rochester (Richard Roxburgh), personaggio inizialmente inoffensivo , ma  che rivelerà successivamente la sua natura malvagia: avendo finanziato lo spettacolo scritto da Christian, vanta diritti sul Moulin Rouge e soprattutto su Satine.
La trama del film si snoda su diverse cornici narrative che rimandano tutte alla storia principale: il narratore è lo stesso protagonista che ripercorre il periodo più intenso e incisivo della sua vita, l’estate del 1899, utilizzando una macchina da scrivere.
Il film  viene presentato come se fosse una rappresentazione teatrale: il direttore d’orchestra ci accompagna all’apertura del sipario dietro il quale Toulouse- Lautrec( John Leguizamo), sullo sfondo di una Parigi grigia e spenta, intona “Nature boy”(di David Bowie), storia di un sognatore vagabondo.
Creazione di un’altra cornice narrativa, collegata alle vicende dei due protagonisti, è l’allestimento dello “spettacolo spettacolare”, in cui viene narrata la storia della cortigiana e del suonatore di sithar, insidiati dal perfido maraja.
Il regista australiano Baz Luhrmann sottolinea durante tutto il film lo stretto rapporto che intercorre tra l’arte e la vita, ma solo fino ad un certo punto: se nello spettacolo la cortigiana vivrà per sempre con il suonatore di sithar, nella realtà sull’amore di Christian e Satine aleggia sempre l’ombra della morte.
Tema, quest’ultimo, molto caro al regista, perchè connesso al
sentimento dell’ amore, elemento fondamentale del suo precedente film del 1993: “William Shakespeare’s Romeo+Juliet”, tragedia
resa da Luhrmann più moderna che mai.
La musica è uno degli elementi più importanti per conoscere la storia e per rendere la scena ancora più patetica: basti ricordare uno dei momenti più drammatici del film, accompagnato dal brano  “ El tango de Roxanne” che, oltretutto, realizza un ennesimo livello diegetico.
La coreografia dà vita a un’ atmosfera concitata ed accompagna allo stesso tempo momenti di passione, gelosia, tradimento e morte in un climax ascendente che coinvolge lo spettatore.
Particolare attenzione all’atmosfera opulenta e vibrante del Moulin Rouge, densa di colori accesi- dal rosso, al giallo, all’arancio- che si rincorrono creando attraverso rallentamenti e montaggi alternati della macchina da presa un vortice di colori e suoni, in cui si è trascinati dal ritmo frenetico delle coreografie di John O’ Connel.
Pur se un luogo di piacere e svago, il Moulin Rouge rappresenta in realtà una società sull’orlo della crisi, che vedrà sparire gli ideali di bellezza, verità, libertà e amore, sostituiti dal pessimismo e dal senso di malinconia che saranno le tematiche fondamentali dei poeti decadenti.
Il regista sottolinea la vitalità della società parigina tramite il colore rosso acceso del Moulin Rouge, ponendolo in contrasto con i colori freddi della città: il locale diventa una sorta di mondo illusorio con danze, canti e “fate verdi”( piccolo cameo di Kylie Minogue).
Nonostante ciò, tutti finiranno per essere sopraffatti: la stessa Satine, una Nicole Kidman dai capelli rossi che richiama alla mente i volti malinconici dei dipinti di Henri de Toulouse-Lautrec e delle locandine del Moulin, finirà per soccombere alla realtà del “mal du siècle”.
Al di là della trama che ricalca i drammi drammi shakesperiani, questo film è particolarmente interessante per la ricchezza di citazioni, contaminazioni, omaggi, che non decretano mancanza di creatività, tutt’altro!
La colonna sonora è ricca di citazioni di musical ( “The sound of music”) e di canzoni di numerosi artisti del calibro di Madonna, Elton John, Nirvana, Freddie Mercury, che si inseriscono perfettamente nella cornice della storia.
La densità delle contaminazioni rende l’atmosfera fiabesca e richiama alla mente  non solo  Parigi,di cui il cantante bohemienne Rufus Wainwright è il più valido rappresentante, ma anche
l’India, grazie ai favolosi costumi e alla ricchezza di particolari esotici (la dimora a forma di elefante).
Luhrmann si spinge fino agli ambienti di Buenos Aires, con il  sensuale tango argentino, e rende omaggio alle fantasmagorie di Georges Melies nel duetto tra Christian e Satine sulla dimora a forma di elefante: la luna che prende vita e intona un canto lirico ricorda la luna del film “Le voyage dans la lune”.
Dunque è una contaminazione di elementi non negativa: Baz Luhrmann riesce a fondere il tutto in un’atmosfera barocca e originale.
Per i sognatori è un modo per ripercorrere un’epoca favolosa…, per i romantici è la storia “di un tempo, di un luogo, di persone, ma soprattutto una storia d’amore”: da non perdere.